CONTRO I VIRUS,I BATTERI E LA TRISTEZZA

lunedì 30 agosto 2010

TRAVELOKA : THIS SMALL RESTAURANT SERVES PROBABLY THE BEST LOCAL FOOD IN FLORENCE



A meal for 4 with wine at Trattoria Le Mossacce costs around 50 Euros. Un pasto per 4 con il vino alla Trattoria Le spese Mossacce circa 50 euro.

This place is literally a hole-in-the-wall.
If you walk fast in the Via del Proconsolo, you'll miss it.

 Se si cammina velocemente in via del Proconsolo, ti manca. It's small, cozy and filled to the brim with locals. E 'piccolo, accogliente e piena fino all'orlo i locali. Managed by the Fantoni-Manucci family for 50 years, this small restaurant serves probably the best local food in Florence. Gestito dalla famiglia Fantoni-Manucci per 50 anni, questo piccolo ristorante serve probabilmente il miglior cibo locale a Firenze.

This place is literally a hole-in-the-wall. If you walk fast in the Via del Proconsolo, you'll miss it. It's small, cozy and filled to the brim with locals. Managed by the Fantoni-Manucci family for 50 years, this small restaurant serves probably the best local food in Florence.

(da http://traveloka.blogspot.com/2010/08/florence-part-ii-foodburp.html)
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domenica 29 agosto 2010

LETIZIA GIULIANI PRIMA BALLERINA DI MAGGIODANZA MOSTRO' IL SENO NUDO IN "GIULIETTA". MA LETIZIA GIULIANI E' ARTE COME LA MUSICA DI BACH E LE OPERE FIGURATIVE E LETTERARIE.MA OPERA D'ARTE LO E' ANCHE QUANTO CI VIENE OFFERTO A "LE MOSSACCE DIVINA".











La bravissima Letizia Giuliani ,una “Giulietta” fantastica di pochi anni addietro a Firenze,mostrò il seno nudo in un breve momento de lo spettacolo e ci fu una ragazza che protestò mentre tutti applaudivano.

Ma Letizia,meravigliosa prima ballerina di Maggiodanza,superba nell’interpretazione,poteva permetterselo.

E guardando questa sublime sintesi di bellezza femminile ed eleganza nella foto si comprende bene che poteva permetterselo.

Questa è un’opera d’arte del Creatore come lo sono tutte le cose belle di Firenze, Pitti,Gli Uffizi,il Conservatorio Cherubini e la Galleria dell’Accademia che ospita un David il quale fa gola a i politici che ne vogliono strappare il possesso a questa città.

E opere d’arte,in quanto prodotto di veri artisti,lo sono anche i cibi che Le Mossacce ci offre.

RACCOLTA DI SENTIMENTI,VENDEMMIA, "VINTAGE" (PER I BARBARI), UN MOMENTO CARO ,NON VISSUTO NE LA TRATTORIA "LE MOSSACCE". RICHIESTA DI SCUSE PERCHE' BERE IL VINO E' LITURGIA, E' UN RITUALE CHE RICHIEDE RIGOROSA OSSERVANZA DI NORME PROCEDURALI.

Questa foto a me cara è di molti anni addietro,dei tempi nei quali "LE MOSSACCE"  ,che io amo chiamare  "LE MOSSACCE DIVINA" ,era chiamata dai Fiorentini (razza in estinzione)  "GASTONE ALLE MOSSACCE".
Ovviamente la foto non è stata scattata ne la divina trattoria.
La presenza de la tazza in luogo del bicchiere sul tavolo di Giovanna è  grave colpa  dovuta a occasionale mancanza di bicchieri; nessun fiorentino infatti ardirebbe versare il pregiato nettare de gli Dei nella tazza che ospita il caffè.
Il vino  -e a "Le MOSSACCE DIVINA" ce lo dimostrano-  si gusta rigorosamente nei  gottini de gli antichi vinai toscani  e solo i   BUCAIOLI , per dirla il con lessico di Fiorenza, avrebbero l'ardire di usare per il vino bicchieri di carta o altri immondi contenitori .

Per il giudizio sul caffè si rimanda al Bacco in Toscana di F. Redi (.vv 189 e segg,):

Beverei prima il veleno
Che un bicchier, che fosse pieno
Dell'amaro e reo caffè:
Colà tra gli Arabi,
E tra i Giannizzeri
Liquor sì ostico,
Sì nero e torbido
Gli schiavi ingollino.

Licenze poetiche di Francesco Redi ,medico di Ferdinando II ,filosofo e poeta ?

Probabilmente si .Ma si deve pensare che nel '600 il caffè non godeva certo del successo in seguito conquistato.
E tuttavia,per tornare al titolo,assumere vino è una  "virgiliana religio",  è un rituale che richiede il rispetto di rigorose regole,rispetto che non può essere violato con vizi procedurali ed eretici accostamenti.
Bere vino è liturgia di un pensiero che non deve essere danneggiato da  riforme di deliranti eresiarchi e se queste ultime -come nel caso della contaminazione con tazza da caffè- si verificano, è doveroso provvedere rinnovando (absit iniuria..) un Concilio di Trento.





Licenze poetiche?

MODA E MEDIE ,EFFETTO JOULE E CUCCHIAI. E MENTRE "LE MOSSACCE DIVINA" ,VIA DEL PROCONSOLO IN FIRENZE, E' IN FERIE (SOFFRIREMO UN MESE INTERO !) I ROMPBALL SVOGLIATI INSISTONO.QUESTA E' L'ULTIMA ! W IL VINO IN FIASCHI DE "LE MOSSACCE" ! !


Queste cose erano nel blog,cara fannullona.Tuttavia eccole:

Queste cose te le ho già spiegate prima dell'esame.Di medie in matematica ce ne sono abbastanza,come la più comune o media aritmetica,ma anche media quadratica,media armonica ..ma esiste anche quella che tu dici.
Ha un nome bellissimo,si,si chiama proprio  moda.

E' la media più frequente.Es.: se fai una serie di ricerche,di giochi,di eventi,di misure ed in tutti questi il risultato più frequente di altri fosse 30 o 30 %,potresti dire che 30 o 30% è la MODA.

Quanto all'  effetto Joule  puoi fare un esperimento.Prendi due cucchiai e con uno spago o con un pezzo di filo elettrico coperto dalla plastica li leghi paralleli fra loro ad un pezzo di legno o di altro materiale isolante.Poi trovi un filo elettrico come quello di una lampada,che abbia una comune spina ad una estremità,sbucci le estremità dei due componenti in filo all'estremità opposta alla spina e ne colleghi un estremo a un cucchiaio e l'altro all'altro cucchiaio. Prendi una tazza (non di metallo),la riempi d'acqua e immergi nell'acqua i due cucchiai.Attacchi la spina alla presa a muro.Vedrai che dopo pochi minuti l'acqua della tazza entrerà in ebollizione.Questo è dovuto al fatto che la corrente elettrica traverserà l'acqua da un cucchiaio all'altro producendo calore secondo il principio di joule che hai studiato.

L'importante è che i cucchiai siano fra loro isolati perchè essi dovranno comunicare solo attraverso l'acqua della tazza.Se i cucchiai giungono a contatto fra di loro la corrente che li attraversa non incontra più la resistenza offerta dall’acqua,quella resistenza che veniva trasformata in calore.Per la legge di Ohm (Intensità I = Differenza di potenziale V / resistenza R) se la resistenza “tende” a zero l’Intensità “tende” a valori “infinitamente” alti; ne consegue che la quantità di calore prodotto dalla corrente che passa nel tuo filo elettrico diventa talmente alta che la temperatura raggiunta nel filo farebbe incendiare l’isolante se non intervenisse il consueto impianto di protezione presente nell’impianto di casa (valvole).

ORA BASTA,E' AGOSTO   !

VINO,VINO,VINO IN FIASCHI DE "LE MOSSACCE" ! !



sabato 28 agosto 2010

SONO SEMPRE INCAZZATO ! A BETTINA "ROMPBALL DI AGOSTO". COME DA COMMENTO A PRECEDENTE POST.-CON QUESTO CALDO PREFERIREI IL BIANCO DE "LE MOSSACCE DIVINA". ECCOTI TUTTO:

Bettina cara ,il fatto che nelle linee elettriche come quella che ha i fili vicino a casa tua vi siano “tensioni” (ma il termine corretto è differenza di potenziale e si indica con V) molto alte,dell’ordine di centinaia di migliaia di volt è dovuto al fatto che una corrente elettrica che percorre un conduttore,il filo, ha la pessima (in questo caso ma non in una stufa elettrica) abitudine di generare calore che viene disperso nell’ambiente circostante e questo fatto-in rispetto del principio fondamentale che ispira la Fisica, detto “Principio di conservazione dell’energia” -produce una caduta della differenza di potenziale e perdita di energia per irradiazione di calore.Quindi non tutta la quantità di energia elettrica che l’Enel invia giunge nelle abitazioni ed in altri luoghi.

Se non credi a questo fatto,prendi un tester e misura la tensione (ormai chiamiamola così) fra i due poli della batteria e vedrai che essa è un po’ oltre i convenzionali 12 volt ma poi se vai a misurarla lontano ,ad una certa distanza dalla batteria,fra l’estremo di un filo che giunge alla luce della targa ed un punto qualsiasi della carrozzeria non coperto da vernice (forse devi aprire il baule posteriore ),vedrai che la tensione è scesa e di molto,può anche essere di circa 10 volt).

Questa perdita di energia è disciplinata dal Principio di Joule: la quantità di calore emesso da una corrente che percorre un filo,oltre che dalla lunghezza l del filo e dalla sua opposizione ad essere attraversato( R,resistenza) nonché dal tempo di durata dell’attraversamento,dipende “di più” dall’intensità della corrente,la quantità di cariche elettriche che passano in un certo tempo e che si indica con I,dipende cioè da questa intensità moltiplicata per se stessa,elevata alla seconda potenza,cioè dal “quadrato” dell’intensità (l’intensità si misura in Ampere).

Ora poiché ,come hai studiato,in una corrente elettrica il prodotto della tensione per l’intensita è costante e si chiama potenza (W) della corrente,si ha cioè (V x I)= W,se uno dei due fattori aumenta o diminuisce,l’altro deve rispettivamente diminuire o crescere.

Affinché mamma Enel possa ridurre la perdita di energia lungo il filo deve ridurre l’intensità I che ,figurando elevata alla seconda potenza, si fa sentire più delle altre grandezze come il tempo t e la resistenza R. E allora che fa? Prende un enorme trasformatore ed innalza enormemente la tensione e con questo artificio abbassa enormemente l’intensità riducendo di molto la quantità di calore disperso per strada in base al principio di Joule.

Naturalmente poco prima che la corrente giunga in casa nostra, mamma Enel deve,con altri trasformatori riportare a valori “umani”,cioè decentemente bassi, la tensione per evitare di mandarci in casa la sedia elettrica.
Ecco il motivo per cui le correnti come quelle che passano vicino a casa tua in campagna hanno tensioni altissime. Tu dici che queste alte tensioni creano disturbo e su questo non so cosa dirti con precisione,è un po’ come la storia del telefonino,è pericoloso o no? Molti dicono di si ma non esiste una sola prova che lo abbia seriamente dimostrato.Certamente nelle zone circostanti il filo esistono potenti campi elettrici di forma cilindrica e di grande larghezza dove il filo è la retta asse del cilindro.

Mi chiedi poi perché la tua Smart e le auto in genere hanno bisogno del motorino di avviamento.
Ma è lo stesso principio della sigaretta che richiede il fiammifero per accendersi.

Un sistema fisico dotato di una certa quantità di energia potenziale,”la capacità” cioè di procedere da solo e non il procedere da solo, si trova in equilibrio e dorme tranquillamente se qualcuno non lo sveglia.Svegliarlo si chiama “introduzione di energia nel sistema” e consiste nello spendere energia per avviare.La sigaretta ha bisogno dell’accendino e l’accendino ha bisogno del lavoro svolto dal dito su un particolare minerale che emettte scintille quando viene sfregato,il dito ruba un po’ di energia a te che a tua volta la assumi dal cibo.

Se nella tua tricilindrica non ci fossero il motorino di avviamento e la batteria che lo alimenta,dovresti introdurre energia nel “sistema motore della Smart” con altri metodi,come pedali o altro per avviare il motore.

Se tu mettessi gli spaghetti nell’acqua senza accendere il gas questi cuocerebbero ( a modo loro) ugualmente sottraendo calore ambientale all’acqua ma ci vorrebbero, penso, dei giorni,prescindendo dal fatto che vari enzimi e batteri interverrebbero facendo probabilmente marcire tutto.
Allora tu accendi il fornello e introduci energia nel "sistema spaghetti-acqua" dando il via a quel complesso di reazioni fisico-chimiche che si chiama cottura e la cui velocità dipende tanto dalla temperatura.

Se una tegola si trova sul tetto,essa è in uno stato di equilibrio dovuto al tetto (reazione vincolare del piano) e può cadere solo se qualcuno la aiuta in tal senso introducendo energia (tu che la spingi o un vento che ci soffia sopra con forza ma tu dovresti spendere dell’energia del tuo corpo per muoverla e/o il vento dovrebbe ridurre la sua velocità per spendere energia.
L’energia qualcuno la deve pagare.
Quanto? va calcolato nei singoli casi ma in casa tua te lo dice il contatore.

Brutta bestia l’energia quando la devi comprare tu personalmente,diverso il caso in cui,fortunata,qualcuno te la regala.Ma qualcuno la deve pagare!

Quando fermi la Smart frenando, l’energia cinetica della bestiola si trasforma in energia termica (calore) a livello dei freni con temperature che vanno dai circa 400° C della Smart ai ben oltre 1000 °C delle monoposto della “formula internazionale corsa” (f1, f2, f3) e questa energia che si trasforma in calore e si disperde nel sistema “universo” la hai già pagata al distributore di benzina.Sai bene che l’energia non si annulla mai ma si converte in altri modi (chi lo ha scoperto è finito ghigliottinato ! Lavoisier.).
In questo caso è avvenuta una trasformazione di tipo termodinamico.Sai anche bene che se non si accelera ma si viaggia velocità più costante possibile diminuisce la quantità di energia cinetica dell’auto che si trasforma in calore a livello dei dischi dei freni e che deve essere poi rimpiazzata a spese del serbatoio di benzina.In questo senso,ad una determinata velocità e con un determinato carico (ma nel problema insistono altre variabili) la guida in città,con frenate frequenti,costa di più.

Ed ora una cosa triste dal punto di vista economico:
le trasformazioni termodinamiche non sono reversibili (o meglio,per la Fisica Quantistica, è estremamente improbabile che lo siano) e quindi quando freni ,tutto considerato,trasformi la benzina in calore sui dischi dei freni .
Ma sarà ben difficile che raffreddando i freni con del ghiaccio ritorni benzina nel serbatoio.

Per farlo ci vorrebbe l’intervento del “Principale” l'unico che sa fare i miracoli !

venerdì 27 agosto 2010

BRILLAT-SAVARIN E MISTICISMO NEI FAGIOLI ALL'UCCELLETTO DE LE MOSSACCE,FASCINO ARCANO DEL PROFUMO E DEL SAPORE,ARTE E CONQUISTA DI PERFEZIONE SCONOSCIUTE A I NON INIZIATI.LE MOSSACCE DAL 1800 A OGGI.


Un amico,docente all’Università di Firenze oramai in pensione,appassionato di storia e costumi locali,persona che la sa lunga su Firenze ed i suoi caratteri insiti nella tradizione, sostiene che la trattoria Le Mossacce ha origine dal 1800 come vinaio e si è poi tramandata nel tempo fino a chiamarsi Da Gastone alle mossacce e successivamente fino ad assumere il nome Le Mossacce”.

Aggiunge quindi che in questa trattoria i cibi vengono preparati non solo con particolare maestria , con la serietà e l’affetto per i clienti che tutti conosciamo ma ,in taluni casi,anche con abili procedure tramandate da persona a persona e mantenute rigorosamente segrete.

Secondo lo studioso questo fatto interessa particolarmente i fagioli all’uccelletto la cui preparazione richiederebbe un tempo molto più lungo di quello generalmente impiegato da i comuni cuochi e ristoratori nonché il ricorso ad aggiunta di aromi naturali da inserirsi secondo particolari e sperimentate dosi ed in ben determinati momenti della cottura,quantità e momenti coperti da un segreto che l’amico definisce quasi monastico,come quello cioè mantenuto da i frati di certi ben noti ordini religiosi nella preparazione dei loro liquori.

La lunghezza del tempo impiegato da Le Mossacce nella preparazione dei fagioli all’uccelletto sarebbe dovuta anche al fatto che la cottura prevedrebbe alcune pause ritenute necessarie all’assorbimento naturale e lentissimo de gli aromi naturali .

Ma da ciò a prescindere ,una cosa è certa : fra le 3 o 4 trattorie di Firenze che giudico in grado di produrre piatti tipici fiorentini e toscani all’altezza de la tradizione ,nelle quali quindi mi faccio servire i fagioli all’uccelletto, Le Mossacce ha la medaglia d’oro. Il sapore è unico e sconosciuto presso altre trattorie, il profumo di questa pietanza prelibata non si riscontra altrove e induce a dilungarsi nel piacere dell’olfatto,a riconsiderare la desueta Fisiologia del Gusto di un noto giudice di cassazione di Francia del periodo pre-post rivoluzione .La digestione è leggera e facile anche per chi,come il sottoscritto,non si ferma ad una sola porzione.

I fagioli all’uccelletto de Le Mossacce?
 Rappresentano l’estasi.

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giovedì 26 agosto 2010

FOLGORATO SU LA VIA DEL PROCONSOLO,A LE MOSSACCE TRATTORIA DIVINA,DA UN PIATTO DI FINOCCHIONA E DA MACHIAVELLI.



Tagliata ovviamente a mano come si confà a gli artisti della ristorazione,in fette di alto spessore, preceduta all’arrivo sul tavolo da un profumo intenso,la finocchiona toscana si coniuga con il Rufina che un tempo si poteva bere presso gli storici vinai di Firenze ed ancora una volta questo accostamento celebra in Via del Proconsolo il trionfo del gusto e la gloria de gli antipasti de Le Mossacce.

Ma tanto gusto induce ovviamente anche a curiosità,a considerazioni ,a riflessioni su le origini di questo pregiato insaccato, a la sua storia.

E ovviamente ricorro subito a spulciare quella sterminata quantità di Wiki,le miniere di informazioni che il web 2.0 ci mette a disposizione con la così detta “socializzazione di internet”. Prima miniera è naturalmente Wikipedia, l’enciclopedia libera” che molto spesso,se consultata con saggezza e discrezione ,ci permette di risolvere un sacco di problemi di informazione in breve tempo.

E della finocchiona si trova abbastanza sul web ma poco si tende ad approfondire e invece molto si tende a glorificare ai fini commerciali.

Una cosa che ha destato la mia attenzione è che ripetutamente viene affermato nei siti che la finocchiona piaceva tanto al Segretario Fiorentino esiliato in Chianti a scrivere i Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio .

Orbene,da dove proviene questa curiosità su i gusti del Segretario,da quale opera,quale scritto,quale epistola e di quale autore?Nessuno ne parla.Non vi è traccia di riferimenti bibliografici,a parer mio.

Sarei estremamente grato a colui che ritenesse di darmi informazioni.



(foto a sin. da wikipedia,foto destra google-imm)

MORI MARI MERI MIRI MURI ACCIDIT. QUESITO FORMULATO A PRANZO A LE MOSSACCE..MA COLTIBUONO,PEPPOLI E IL RUFINA NON FAREBBERO ANNEGARE IL TOPO GOLOSO.

Invece caro Gianni in odor di preferenza per la Cervogia,di quella frase “mori mari meri miri muri accidit” se ne parlò proprio a proposito di una signora che in un blog lo usava come indirizzo mail.
Dici che è ritenuta intraducibile su yahoo answer e sul web in genere.Non ho mai controllato se ciò sia vero.Tuttavia non mi sembra difficile.


Accidit muri,accadde a un topo (mus-muris,dativo)
Mori,(infinito di morior) di morire
Mari (mare-maris ,ablativo) in un mare
Meri (merus,schietto,puro,ma anche vino puro,genitivo) di vino
Miri (mirus,mirabile,genitivo ) meraviglioso.


Accadde o accade a un topo di morire in una mare di vino meraviglioso.
Questo topo evidentemente cade in una botte di vino prelibato e vi affoga.

QUANTI ELETTRONI SONO CONTENUTI IN UNA CARICA ELETTRICA DI 1 COULOMB ? SE HO BEN CAPITO LA DOMANDA DELL' INTERISTA SOSPETTO ASTEMIO.

Riassumendo il problema dell’interista.

Mi avevi scritto nella mail che il prof. vi ha anche detto che la carica,ovviamente negativa,dell’elettrone è pari a

                     -19
1/1.6 per 10            coulomb. Cioè la carica di e vi è nota.



Quindi il numero di elettroni contenuti nell’intera carica di 1 C sarà dato da 1/il valore di questa carica.

Se ho capito bene non vi torna il risultato di 6.25 molt. per  10 perché l’esponente ,oltre che cambiare di segno,è anche diminuito ,nel risultato ottenuto da voi,da 19 a 18.

Il fatto è che 1/1,6 è uguale a 0.625 che devi poi moltiplicare per 10 , ma nella notazione scientifica (con l’esponente) lo 0,.. ci stà come il cavolo a merenda e quindi si è moltiplicato per 10 spostando la virgola verso destra (non più o,6.. ma 6,..).

A questo punto,avendo moltiplicato tutto per 10,devi tenerne conto diminuendo l’esponente che da 19 diventa 18.Altrimenti avresti moltiplicato un po’ troppo.
In sotanza il numero è:                         18
                                       6,25   per   10        .

Ma non sarai mica astemio? Se così fosse non terrei più conto della comune amicizia perchè sul non essere viola posso ,con amarezza,soprassedere ma sull'astemio mai !

domenica 22 agosto 2010

COME RICHIESTO DA LETIZIA BINI ECCO IL TEOREMA 2=1.NON E' DOVUTO ALL'OTTIMO VINO DE "LE MOSSACCE" CHE FA SOLO ESSERE ALLEGRI MA NON UBRIACA.

TEOREMA : VOGLIAMO DIMOSTRARE CHE  
2 = 1.


Si abbiano due numeri fra loro uguali come “a” e “b” (ad esempio ½ e 0,5 che sono uguali.)

Scriveremo l’uguaglianza

a = b

Ma sappiamo che una uguaglianza non cambia se si moltiplicano i 2 membri per uno stesso numero,in questo caso proprio “a”.Quindi scriveremo:

(a) X (a) = (a) X (b) cioè: (a elevato al quadrato) = (a moltiplicato b)


   2
a =  a.b

Ma sappiamo anche che l’uguaglianza non cambia se ai 2 membri sottraiamo lo stesso numero,in questo caso
                                                                                   2
scegliamo il numero b elevato al quadrato, cioè   b
                                     2     2                     2
Scriveremo quindi : (  a  -  b    ) = ( a.b -  b    ).

Ma nel membro di sinistra abbiamo la differenza di 2 quadrati che si sviluppa in (a+b) X (a-b)

E in quello di destra possiamo porre in evidenza b ,cioè scrivere: b (a – b), e scriveremo


(a + b ) X (a – b ) = b (a – b )

e poichè nei 2 membri è presente ( a – b ) possiamo semplificare dividendo i due membri per

( a – b ). Avremo quindi:

( a + b ) = ( b ).
Ma poiché,come abbiamo detto all’inizio, a e b sono uguali fra loro,al posto di a nel membro di sinistra possiamo sostituire b. Avremo quindi:

(b+ b ) = ( b ) , oppure 2b = b, e quindi ,semplificando, avremo

2 = 1

come volevasi dimostrare.

sabato 21 agosto 2010

SANGIOVESE,CANAIOLO,NOBILTA' DI UN DIVINO E SAPIENTE LAVORO DELL'UOMO. E IL RETORE-POETA STAZIO CHE PARLA A DANTE (Pur.XXV-vv.77-78).UN NOBILE VINO A "LE MOSSACCE".

<E perché meno ammiri la parola,
guarda il calor del sol che si fa vino
giunto oll’omor che dalla vite cola .>

Anche se sull’interpretazione di questi due versi  -riferiti ad una delle analogie (oltre a metafore e similitudini) frequenti in Dante per superare la difficoltà del far comprendere concetti ardui ,come quelli teologici o filosofici -  hanno discettato i migliori Dantisti, anche se recentemente alcuni studiosi non intendono vedere nell’analogia con il vino la congiunzione fra l’anima ed il corpo ritenendo questa interpretazione forse troppo scontata,quasi banale, mi piace invece,nella mia semplicità,nella mia banalità,nella mia rozza golosità non ancor abbastanza disumanizzata da la biochimica e da la fisiologia,vedere nell’analogia una congiunzione fra l’elemento spirituale,cioè la luce,il calore del sole e quello materiale,cioè la linfa,la polpa del chicco dell’uva.
Si,proprio anima e corpo fusi in sintesi divina.
Diciamo la verità,la semplicità mantiene sempre un certo fascino,in specie davanti a questa divina bottiglia che raccoglie Sangiovese,Canaiolo, i raggi del sole,e la nobiltà di un divino sapiente lavoro dell’uomo.

^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Non ho mai nascosto la mia opinione su la gradazione alcoolica dei vini. Un vino di classe non può avere gradazioni dell’ordine 10 o 10.5,o 11 perché ritengo che le caratteristiche organolettiche di un grande vino siano in larga parte anche dipendenti da una elevata presenza di alcool.

Visto che qui ho riportato in immagine il Coltibuono Classico con cui accompagno finocchiona,spezzatino e trippa a  LE MOSSACCE , sono andato a mettere il naso nel sito della Badia  a Coltibuonowww.coltibuono.com/  ,un mirabile sito ricco di una molteplicità di dettagli e di informazioni ,oserei dire anche di carattere pedagogico, una vera e propria enciclopedia on line del vino di alto rango.
Ed ho visto che il Classico ha grado alcoolico13.5, il Riserva ha g.a. 15, il Cultus Boni ha g.a. 14.5 e il Sangioveto ha g.a. 15.
Per carità! Comprendo benissimo che esistono diverse esigenze e differenti gusti,che c’è anche chi deve contenersi nell’assumere alcool ma quando vedo in commercio un nobilissimo vino pugliese o siciliano,cioè il prodotto di una zona dove il sole non si risparmia certamente, che in etichetta indica grado alcolico 10,ebbene, non posso fare a meno di pensare ad “annacquamenti”.

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Se dell'uve il sangue amabile
non rinfranca ognor le vene,
questa vita è troppo labile,
troppo breve, e sempre in péne.  
(
Chi se non Francesco Redi nel Ditirambo? (qui sopra :vv.11-14)
E sul Bacco in Toscana ho trovato sul Web un interessantissimo studio di Giuseppe Bongi che deve essere consultato da chi ama il vino.
http://www.classicitaliani.it/intro_pdf/intro004.pdf -

venerdì 20 agosto 2010

CARTELLI LUNGO LA STRADA: UOMINI D'ORO CHE PORTANO ORO.

RAPPRESENTANO SOLO FIRENZE E TOSCANA?
NO.
RAPPRESENTANO PROFESSIONALITA' ,STILE,CLASSE, OFFRONO PRODOTTI DI PRIMA QUALITA',RAPPRESENTANO INSOMMA LA CULTURA NEL SIGNIFICATO PIU' VASTO DEL TERMINE, L'UMANESIMO,IL RINASCIMENTO,IL '400 FIORENTINO,L'ARTE ,IL LAVORO,LA CIVILTA'.


"patron Marcello che appena avrete finito, con cortesia e risoluzione, dira' “fuori uno avanti un altro.
Quanto sopra lo si può leggere sul sito ufficiale della trattoria Le Mossacce  www.trattorialemossacce.it/  ma è ovvio che riveste solo carattere di documentazione storica sull’origine del fiorentinissimo nome.Io debbo dire che all’ora di pranzo,più di una volta,mentre attendevo ,come molti altri, davanti all’ingresso, un tavolo libero,sono stato ripetutamente raggiunto da gli “uomini d’oro” che molto gentilmente mi davano informazione dei minuti di attesa che restavano e di quale tavolo mi avrebbe ospitato.

GIOCO PER LETIZIA COMMENTATRICE CHE MI RICORDA UN PROMESSO INVITO A CENA. VITA COME REAZIONE REDOX. LO SPEZZATINO DE LE MOSSACCE E' ANTIOSSIDANTE E ANNIENTA I "RADICALI LIBERI"



La vita è una reazione redox in cui agiscono ossidanti e riducenti.Ho sempre pensato che le anime molto generose come la tua siano ossidanti,sostanze cioè che sottraggono elettroni ad altre anime e tolgono loro negatività.Ma la chimica della meccanica statistica è crudele perché l’ossidante ,acquisendo elettroni,subisce a sua volta una riduzione ed il suo numero di ossidazione,a fine reazione redox, si è ridotto a valori più bassi.
Immagina,Letizia,una persona generosa,francescana,che fa del bene a destra e a manca elargendo ciò che ha:è chiaro che essa rischia di rimanere in miseria.

Esempio:

H2 + Cl2 ----> 2HCl

Una molecola biatomica di Idrogeno + una molecola biatomica di Cloro danno luogo a due molecole di acido cloridrico; ma il Cloro,chè è l’ossidante,cioè è un avido divoratore di elettroni,passa dal numero di ossidazione “zero” ( equilibrio) che aveva nella molecola neutra Cl2 al valore ” –1” avendo prelevato un elettrone all’Idrogeno nella molecola HCl.

E’ il prezzo da pagare se si è generosi ? A volte si.
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p.s.
Ma a parte giochi e battute scherzose ,
a Le Mossacce non solo si trovano cibi di altissima qualità che contribuiscono alla eliminazione dei così detti radicali liberi che sono fonte di invecchiamento ma la cordialità e la signorile cortesia de gli operatori ci gratifica tanto anche psicologicamente.

(Letizia , http://life.style.it/community/letiziabini ,ho messo anche il vecchio "logo gattico".Va bene?)

mercoledì 18 agosto 2010

LE MOSSACCE TRATTORIA, FILOSOFIA, LOGICA, MATEMATICA, BURIDANO, LEIBNIZ,SPEZZATINO,TRIPPA ALLA FIORENTINA E FAGIOLI ALL'UCCELLETTO.



Dicono in molti che sia stato Giovanni Buridano, filosofo religioso di Francia a cavallo fra 1200 ed il 1300,ad aver concepito il paradosso dell’asino secondo il quale un ciuchino che doveva scegliere fra due mucchi di fieno uguali non seppe scegliere fra le due porzioni identicamente buone poiché gli mancavano “elementi di causalità” necessari ad indurlo a prendere una decisione e quindi,il povero ciuchino, morì di fame.

Buridano fu forse uno dei primi logici,personaggi più complessi dei matematici, fu insomma un precursore di Bertrand Russel.
Buridano intendeva -dicono- con il suo paradosso combattere i sostenitori della teoria deterministica secondo la quale il ciuchino non avrebbe avuto possibilità di scelta essendo ogni fatto predeterminato e non dipendente dalla volontà del ciuchino stesso.

In tempi successivi,fra il 1600 ed il 1700 ci avrebbe pensato il grande filosofo e matematico Leibniz a dimostrare che il ciuchino avrebbe invece potuto scegliere.

Ma per me , GOLOSO FREQUENTATORE, più di una volta,trovandomi a pranzo alla trattoria LE MOSSACCE in Firenze si è riproposto il problema del ciuchino di Buridano perché dovendo scegliere fra uno Spezzatino-Le Mossacce ed una Trippa alla fiorentina-Le Mossacce non vi era –alla barba di Leibniz e dei suoi metodi di calcolo infinitesimale- possibilità di decidere su quale preferire fra due identiche divinità.

La soluzione la ho comunque trovata: ho divorato sia lo spezzatino che la trippa messi insieme ne lo stesso unico piatto accanto al quale ve ne era un altro ripieno di Fagioli all’uccelletto-Le mossacce.

martedì 17 agosto 2010

"LA GLORIA DI COLUI CHE TUTTO MOVE PER L'UNIVERSO PENETRA, E RISPLENDE IN UNA PARTE PIU' E MENO ALTROVE" (Par.I- vv.1-3).


QUI ,IN VIA DEL PROCONSOLO,n.55 r,IN FIRENZE, A LA TRATTORIA  LE MOSSACCE, VI E' PROPRIO DA PENSARE CHE IL "DIVINUM LUMEN" ABBIA IRRADIATO CON PARTICOLARE INTENSITA'. E non c'è alcun intento in questo post di decurtare comunque il  pregnante significato religioso di biblica ascendenza del termine  "GLORIA" . Il fatto è che qui a LE MOSSACCE  si incontrano  gioia,serenità,sorriso,tutti i beni cioè che il Creatore vuole che ci guadagnamo. D'altra parte il  "Goloso Frequentatore"  autore del post è un credente e di Dante ama particolarmente  il XXXIII canto -Par. che inizia con la sublime invocazione alla Madonna da parte di S.Bernardo. Per concludere: questo post è un innocente gioco estivo di chi a la trattoria Le Mossacce trova la gioia.

lunedì 16 agosto 2010

TRATTORIA LE MOSSACCE. NETTARE ED AMBROSIA. UN GRANDE AMICO E UN PANINO DE GLI DEI.

CI SONO MOMENTI DELLA VITA NON RETORICI,NON GRANDIOSI,NON DA FURORI TARDOROMANTICI,MA SEMPLICISSIMI, QUASI DELUDENTI PER LA SEMPLICITA’ CHE LI CARATTERIZZA
e tuttavia in grado di entrare nel profondo dell’anima (e non solo dell’animo), di raggiungere poi i centri sovrasegmentari e mielinizzati che, in modo pur sempre misterioso ,a mio parere, avvalendosi nella loro funzione di quel “quid” di mistero che elude la scienza e che sovente viene definito Metafisica,danno significato al vivere,all’essere,al mondo del “sentire”.

E sono due grandi momenti da me vissuti,molto diversi l’uno dall’altro,ambedue vissuti a pranzo alla trattoria LE MOSSACCE.

Due eventi che a taluni possono apparire banali o comunque non degni di diventare argomenti da trattare ,almeno il primo dei due,su di un sito come questo interamente dedicato a manifestare la simpatia e l’affetto che nutro per una trattoria,sia pure una eccezionale trattoria e un superbo luogo di incontro umano, come LE MOSSACCE in Firenze.
Eccoli,ambedue,1) il sacro ed il 2)profano (profano nel significato puramente etimologico di fuori dal tempio,fuori da la sacralità).

1) Sacro.
A LE MOSSACCE ho potuto ricontattare un caro amico con cui da tempo avevo perduto i contatti,una persona di grande valore umano,anche scrittore, e contemporaneamente un ex-combattente,di quelli “veri”,di quelli che nella Marina Italiana della seconda guerra mondiale hanno combattuto in mille luoghi diversi,luoghi e tempi dove la guerra era più guerra che altrove e dove si moriva con estrema facilità senza speranza di glorie e di postume celebrazioni.

2) Profano.
Invitato a pranzo a LE MOSSACCE da un caro amico ,ho incontrato recentemente i CARCIOFI FRITTI de LE MOSSACCE,una vera e propria divinità profana,che bisogna conoscere sperimentalmente onde poterne parlare; niente hanno essi dei comuni carciofi fritti pressochè conosciuti da quasi tutti.

E lì,quel giorno,ho coronato un sogno mai prima realizzato: ho costruito un panino recante fra le fette di pane una catasta alta 5 centimetri di carciofi fritti sovrapposti e mi è sembrato di toccare l’Olimpo.
L’Olimpo di Omero, con l’ambrosia dei carciofi fritti ed il nettare del vino de LE MOSSACCE.

Ed in quel momento Omerico ho compreso che se i filosofi di Patristica e Scolastica avessero al loro tempo conosciuto quei due beni che stavo gustando li avrebbero essi utilizzati per le loro ben note argomentazioni volte a dimostrare l’esistenza di Dio.

BELLISSIME DONNE A LE MOSSACCE SE NE VEDONO TANTE,MOLTE FIORENTINE E MOLTE TURISTE. FACCIAMO CONTENTA LA LETIZIA!

IL BIKINI DI LETIZIA.BELLE RAGAZZE.

GRAZIE CARO GOLOSO FREQUENTATORE!!
ME LO SONO FATTO REGALARE MA NON HO AVUTO IL CORAGGIO DI INDOSSARLO ANCHE PERCHE' LO HO RICEVUTO A FERIE FINITE.
ORDINATO  VIA WEB,PAGATO CON POSTE PAY PERO' PIU' DI QUANTO ANNUNCIATO ,E' QUELLO DELLA MODELLA CENTRALE.
E POI PENSO DI ESSERE BELLOCCIA MA NON COME LA MODELLA PURTROPPO!
E' SOLO PER FARE RABBIA A LA MIA AMICA MELISSA.

(LETIZIA BINI  http://life.style.it/community/letiziabini)

MELISSA A "LE MOSSACCE" INCONTRA MASSIMO CACCIARI FILOSOFO E GIA' SINDACO DI VENEZIA.

Si.
Melissa, http://croccworld.dailypatrizia.com/melissa/ una sera,a cena a Le Mossacce con il fidanzato,qualche anno addietro,riconobbe Massimo Cacciari che-dice la bella Orsini- si trovò a mangiare ad un tavolo molto vicino al suo.
Racconta Melissa ,che ritiene il noto studioso di Kant e docente di Estetica uno degli uomini più affascinanti della cultura e della politica italiane,che Massimo,accompagnato da una avvenente giovane signora,mostrò di aver apprezzato i piatti ed il vino della TRATTORIA LE  MOSSACCE.

LETIZIA BINI,GOLOSO ARCHITETTO,COME NON PUBBLICARE UN TUO POST ?

Così parla l'amica Letizia Bini,pratese divenuta fiorentina,disegnatrice,blogger (logo in figura).
Ci sono stata 3 o 4 volte e in effetti si mangia come i miei genitori dicono che una volta si mangiava a Firenze:piatti tradizionali preparati con una cura direi  quasi maniacale che fa a cazzotti con la fretta tecnologica del viver d’oggi.Ho anche mangiato il miglior vitello tonnato della mia vita dopo aver saltato il primo tutte le volte perché l’antipasto toscano misto era talmente buono e abbondante che il primo mi avrebbe impedito di gustare il dolce di cui sono golosissima.


Ho bevuto solo pochissimo vino bianco della casa mentre la mia amica Costanza,ubriacona come tutti gli architetti in cerca di lavoro,ha sterminato il mezzo litro.Vino degno di un re.

Ma quello che è stupefacente in questa trattoria è il clima che si vive che io non so descrivere ma che davvero ricorda,come dice il mio amico Goloso Frequentatore, il Papini e il grande Ardengo Soffici ma ti fa sembrar di veder entrare e sedersi a quei tavolini affettuosi davanti al fiasco anche Rosai,Parronchi,Luzi,Pratolini,Montale,Bigonciari,Ungaretti e Pea.

Sopra e davanti a me,sul muro una meravigliosa foto d’epoca con il carro dei bovi carico di fiaschi di vino.

domenica 15 agosto 2010

UN SEGRETO SVELATO: I DELIZIOSI ORTAGGI DELLA TRATTORIA PRODOTTI IN PROPRIO A RIGNANO SULL'ARNO.

Un grande amico,persona che occupa  una importante posizione nella Amministrazione della Giustizia in Firenze, cliente affezionato  ed amico della trattoria Le Mossacce , mi ha svelato un giorno il segreto della altissima qualità di freschezza e genuinità delle verdure in genere e degli aromi, come il basilico ed il prezzemolo, che si gustano nella trattoria.


Molte volte infatti,trovandomi a pranzo a Le Mossacce ,estasiato da un pesto di cui si avverte il profumo del basilico già a mezzo metro di distanza ,quando te lo servono in tavola su le tagliatelle ,mi ero chiesto il segreto di tanta sublime qualità.

Ebbene,il caro amico,uomo di nobile estrazione e dai gusti raffinati e sapienti in fatto di cibi e di vini,oltre che persona di profonda cultura, mi ha svelato che pomodori,cavoli,rape,spinaci,bietole,carciofi,gobbi,fagioli,ceci e odori in genere,insomma tutti i prodotti agricoli in uso presso la trattoria Le Mossacce, non provengono dal mercato o da i comuni fornitori bensì da curatissimi orti di proprietà della trattoria situati nella campagna fiorentina a trenta chilometri da Firenze.

L’amico ,cui gli Dei hanno concesso di essere personalmente invitato a pranzo dai proprietari del locale,presso la loro abitazione in dette campagne, ha visitato ed ammirato questi orti che rappresentano la fonte –ed è questo per me oramai  un segreto svelato !- cui la trattoria Le Mossacce attinge per soddisfarci il palato con sublimi prelibatezze.

Questi grandi orti, curatissimi con abilità e impegno costante ,oltre che con tutto l’affetto che a tali valori è doveroso garantire, si trovano nel comune di Rignano sull’Arno,cittadina che ha dato i natali al grande umanista del ‘400 fiorentino Vespasiano da Bisticci il quale, a Firenze,nelle vicinanze del Bargello, cioè a cinquanta metri dalla trattoria, Le Mossacce, gestì una bottega di vendita di libri nella quale creò , dopo il 1470,fra l'altro,una celebre Bibbia di Federico da Montefeltro,opera in due volumi conservata oggi ne la Biblioteca Apostolica Vaticana (Accattoli Luigi,Corriere della Sera,21 marzo 2004: "La bibbia che costò quanto una cattedrale" , http://www.corriere.it/archivio/archivio.shtml).

A Rignano vi è anche un celebre antico ponte sull’Arno sul quale nel 1343 –ci narra G. Villani ne la Nuova Cronica- passò rapidamente,in fuga da Firenze verso Poppi e poi verso le Romagne, Gualtieri di Brienne (Duca d'Atene), che fu podestà fiorentino per solo dieci mesi e fu poi indotto alla fuga dai cittadini da lui dissanguati economicamente.

Ma a Rignano sull’Arno ove si producono le delizie per la trattoria nacquero anche i divini pennello e penna di Ardengo Soffici ricordando il quale si corre inevitabilmente a Papini,Prezzolini e a tanti altri artisti i quali,oltre che produrre le arti di che son noti, resero celebre lo storico Caffè Le Giubbe Rosse,che si trova lì ,a due passi dalla trattoria Le Mossacce.

E perché non ricordare che a Rignano sull’Arno ove tuttora ne risiedono i genitori, è nato il sindaco Matteo Renzi , “ I’ Renzi ” per i Fiorentini ,di cui ancora qui in Piazza della Vittoria ,in Firenze, sede del liceo classico Dante, si parla e del quale si ricorda la fiorentinissima brillante intelligenza di studente ?

Quindi alla trattoria Le Mossacce,oltre che cibi toscani deliziosi e vini di qualità rossi e bianchi serviti in fiasco (!!!),oltre che gli adorabili spezzatini e trippa,oltre che fagioli all’uccelletto ,cavolfiore e carciofi fritti provenienti da gli orti di Rignano sull’Arno,oltre che l’affettuosa cordialità del personale,si incontrano ,e si possono respirare, anche la storia e la cultura della tradizione che appartengono non solo a Firenze.